mercoledì 5 dicembre 2012

Liebster Blog Award

Non faccio in tempo a dire che mi quest'estate il blog è stato premiato con un bellissimo riconoscimento che ne arriva subito un altro...mi sento quasi in imbarazzo a dirlo.
Ringraziamenti infiniti vanno alle creatrici di Kimono Design che hanno scelto questo desolatissimo blog, davvero non sapete quanto ho apprezzato!


Se non lo conoscete già, questo premio è un'idea azzeccatissima per far conoscere nuovi blog. E' un premio che si passa da blogger a blogger quindi non è proprio ufficialissimo ma essere riconosciuti da altre persone per quello che si scrive quando ti girano male è una bella roba.
Dopo i festeggiamenti però inizia l'ingrato compito: trovare ben 11 blog aventi meno di 200 follower da linkarvi e da premiare a mia volta. Ho realizzato in questi giorni che non seguo molti blog italiani e soprattutto che tra quelli che seguo pochissimi stanno sotto i 200...ne deriva che per ora vi segnalo i pochi che mi vengono in mente.

1. Il blog della Came: persona estremamente dotata in qualsiasi tipo di espressione artistica, hipster rampante e postina col turbo, nonché amica nella vita reale. Lots of love watashitachinotomodachi!

2. Il diritto c'è ma non si vede: ne avevo già parlato nel post precedente ma sia mai che qualcuno non lo avesse considerato. Uno dei blog più utili e ben fatti che io abbia mai visto, punto. Andrea Ortolani è la vostra fonte se vi viene un dubbio sul diritto giapponese o se non vi siete mai avvicinati alla materia.
p.s. io rimango anche affascinata dalle foto che compaiono nel blog e che presumo siano opera dell'autore, per me sono geniali non so voi...

3. LuCina : semplicemente quella che sento essere la mia gemella dalla Cina, much respect!

Menzione Speciale!
 Japanese Fashion Inferno : chi ha detto che tutto quello che viene dal Giappone in fatto di moda sia accettabile? (ok è un Tublr quindi non proprio candidabile per un premio come questo, quindi fate come se io non lo avessi nominato ma andatevelo a vedere vi prego!)

Qui finisce la mia lista, per ora. Prego tutti quelli che avessero suggerimenti in merito ad altri blog di farmelo sapere.
p.s. il Liebster Blog Award vorrebbe anche che io rispondessi a delle domande quindi passo tutto sulla pagina Facebook che se no sto blog mi diventa auto-celebrativo...

venerdì 30 novembre 2012

E che c...!


Sarà un calo di zuccheri, sarà la giornata grigia e piovosa, sarà l'aula vuota in cui sto aspettando ma mi sembra che tutti i post che ho scritto in questi mesi di assenza e accumulato in una cartella rinominata 'blog' siano fiacchi e inefficienti. Sapete, ho qualche problemino con lo stile ultimamente, tipo che appena rileggo qualcosa ho l'urgenza irrefrenabile di pigiare il tasto della distruzione totale. Sono un po' autocritica si, la cosa mi soddisfa in un modo malato si, la cosa mi blocca anche un sacco, grazie tante.
-oh perfetto ora anche la luce in quest'aula desolata se ne doveva andare, si va aggiungiamo spleen a spleen tanto-
Facendo il punto della situazione: avevo tanti bei file messi tutti carini e ordinati in una bella cartellina rinominata 'blog', ora quei file sono tutti spariti, cancellati dal mondo cibernetico grazie a dyo e io mi sento molto meglio. Ricominciamo da capo. 
Vi aggiorno dicendo che qualche mese fa mi è arrivato un immeritato quanto apprezzato riconoscimento, di cui sono stata molto felice e nella cui luce mi sono crogiolata per settimane facendo esattamente il contrario di quello che avrei dovuto farne: rendervi partecipi e reindirizzare il premio ad altri cinque blog a mia scelta...qui arriva la domanda: dite che è troppo tardi ora? Fatemi sapere che io non mi so decidere.
Ora, per riprendermi da questa botta di vita che mi investe ultimamente avevo programmato una sosta di almeno tre ore alla biblioteca di antropologia a rotolarmi tra i testi di quel geniaccio del Maraini. Naturalmente era chiusa. 
Allietiamoci la giornata di pioggia con questa meraviglia che Matteo ha ripreso un giorno ad Akihabara.



p.s. Altro piccolo sondaggio: avete qualche blog da consigliarmi? 

domenica 25 novembre 2012

Impazziamo?

     -Dove sei stato?- lo interruppe Arthur, riuscendo finalmente ad esprimere un concetto interrogativo.
     -In giro- disse Ford. -Un po' di quà e un po' di là.- Fece un sorriso volutamente irritante. -A un certo punto ho semplicemente sganciato il cervello. Ho pensato che se il mondo mi avesse rivoluto indietro mi avrebbe chiamato.-
     Arthur scrollò la testa e si sedette. Poi alzò gli occhi.
     -Credevo che tu fossi morto...- disse.
     -Anch'io l'ho creduto, per un po'- disse Ford. -Poi, per un paio di settimane, mi sono convinto di essere un limone. Mi divertivo a saltare in continuazione dentro e fuori da un gin tonic.
     Arthur si schiarì la voce due volte.
     -Dove diavolo hai...?
     -Trovato un gin tonic?- disse allegro Ford. -Bè, ho trovato un laghetto che era convinto di essere un gin tonic, e io ci saltavo dentro in continuazione. Oddio, che fosse convinto di essere un gin tonic lo pensavo io, naturalmente. Ma potrei essermi sbagliato. Forse era solo la mia immaginazione.
     Ford esibì un sorriso così folle che avrebbe indotto a fuggire il più temerario degli uomini e tacque in attesa della reazione di Arthur. 
                             da "La vita, l'Universo e tutto quanto", Douglas Adams

giovedì 5 luglio 2012

A volte ritornano






So che non potete credere ai vostri occhi, che non ve lo aspettavate più e che magari qualcuno di voi ha caricato la pagina più volte come quando si sbattono le palpebre e si strofinano gli occhi in segno di estrema sorpresa. Credetemi, niente in questo periodo è andato come credevo/avevoprogrammato/sperato. Un bel po di cose sono andate storte nell'immediato rientro (e non sto parlando del mio timore di farmi smarrire le valigie nel validissimo aeroporto di Fiumicino).
Ho passato le ultime settimane in degenza come una vecchietta, consolando le mie ore con le tonnellate di libri che avevo lasciato impilate diligentemente e in attesa del mio ritorno, il tutto rafforzato da silos di prosciutto toscano ben tirato, formaggi a profusione e vino. Tanto vino.
Per dovere di cronaca devo ritrattare quello che avevo scritto e paventato nell'ultimo post riguardo a commenti vari ed eventuali sulla mia permanenza in Giappone: non ci sono stati. Avete capito bene, nessuno si è azzardato a fare commenti o battuttine! E qui parte l'analisi antropologica del cambiamento subito dalla mentalità degli italiani in questo mio anno di assenza.
L'italiano medio che un anno fa si sentiva, immeritatamente, superiore al nativo nipponico, causa avvento di Ms Crisi (gran signora) ha riconsiderato se stesso e la società in cui vive. Andare all'estero pare oggi una soluzione tra le migliori quando solo un anno fa veniva concepita alla stregua di alto tradimento verso la propria patria e soprattutto verso i propri genitori.
Oggi, alla domanda se voglio ritornare in Giappone in un futuro prossimo uso questa comodissima e quanto mai falsa risposta pre-registrata: "Eh ma cosa ci vuoi fare in Italia di questi tempi..."
Seguono cenni di assenso e comprensione, sospiri pesanti e un accenno a caso riguardo figli di cugini di amici che se ne sono andati a Londra/Amsterdam ecc...
In più c'è stato il terremoto in Emilia, no non fate quelle facce, è vero! Non potete immaginare quanti hanno subito fatto l'associazione Giappone/terremoto/da-loro-li-non-crollano-i-palazzi. A questo punto per una specie di ragionamento piramidale, tu, che te ne sei andato in Giappone, dove non crollano i palazzi alla minima scossa di terremoto, perdi la tua aura da cretino che ha lasciato casa e ne acquisti uno nuova di non ho ancora capito bene cosa. Ma pare migliore.
Poi c'è stato Douglas Adams: è apparso alle tre del pomeriggio in una miseranda libreria piena di best sellers e libri di battute di Brignano, mi guardava dalla copertina dei suoi due libri inediti appena pubblicati e pareva mi dicesse "Tranquilla, è arrivato il ganzo che sa dove stà il suo asciugamano". Mai amore fu più grande e consolatore.
Quindi da questo momento in poi mi metterò sotto a sfornare tutti quei post che negli ultimi mesi ho scritto solo in testa e voi siete stati avvertiti!

P.s. per chi non conoscesse Douglas Adams non ho che da dire "Vergogna su di voi e sulla vostra progenie!", filate immediatamente a comprare "Guida galattica per gli autostoppisti" o convincete la vostra biblioteca di fiducia a comprare qualcosa di utile una volta tanto. E non vi fate fermare dall'orrendo riassunto in seconda di copertina di quegli sciagurati della Mondadori!


martedì 29 maggio 2012

Giorno per giorno

Oggi abbiamo imparato due cose:
1. Chi è già stato in Giappone avrà notato che nelle stazioni della metropolitana ci sono immancabilmente le macchinette per le ricariche della card. Ecco, fino ad ora con Matteo avevamo pensato che dietro ci fossero solo dei computer automatici che svolgono tutto il lavoro. 
Oggi un biglietto da mille yen si è improvvisamente incastrato nell'ingranaggio esterno facendo un rumoraccio, tempo di un battito di ciglia e uno sportellino piccolissimo si è aperto accanto allo schermo e ne è uscito fuori il faccione di quello che abbiamo scoperto essere l'addetto a tali aggeggi. Il faccione ha borbottato qualcosa circa l'aspettare un attimo ed è scomparso, Matteo impassibile, io con l'i-pod già in mano per documentare la scoperta. Dopo un altro battito di ciglia ecco una mano sporgersi dal finestrino reggendo un biglietto d mille yen, reinserisca per favore gentile cliente, arrivederci, chiuso lo sportellino e il lavoratore misterioso si è dissolto. Ha decisamente vinto il premio uomo dell'anno.
今日はマッテオと二つの事を発見した。
1。新宿駅でチャージをしながら切符販売機からへんな音が出た。千円札がマシンで立ち往生された。すぐ切符販売機のとなりのちっちゃいドアが開けて、係員が出た、本当にびっくりした!これは何の仕事ですか!


2. Anche i gatti conoscono la segnaletica stradale. Accanto al Sunshine City Building c'è un piccolo parchetto abitato da randagi che vengono riforniti quotidianamente di croccantini e altre delizie da un sacco di gente. Facendosi le loro passeggiatine serali i mici sconfinano oltre uno stradone abbastanza frequentato ma hanno l'accortezza di aspettare il verde.  
2。東京の猫は交通信号をわかる!サンシャインのとなりの公園の猫が緑色ライトの時だけ道を渡る。。。頭がいいね!

lunedì 28 maggio 2012

Che barba, che noia!

Non vi immaginate quanto io non voglia scrivere questo post: è qualcosa come due settimane, facciamo un mese va!, che mi dico che sarebbe anche l'ora di informarvi.
Il fattaccio è che tra una settimana ce ne ritorniamo in Italia, con valige stracariche, pacchi spediti via nave e tutto il corredo di baci e abbracci agli amici e addii temporanei a strade e localini frequentati in tutto questo tempo.
A dire il vero per un soggiorno che sarebbe dovuto durare sei mesi e che poi si è prolungato in un anno non ci sarebbe da lamentarsi, il problema è che a parte parenti e amici, il prosciutto e la schiacciata, a noi dell'Italia ci manca davvero poco. Facciamo niente.
In questo anno mi sono trasformata in un procione: esco alle due di notte vestita come mi capita, spavento i commessi dei kombini mentre arraffo qualche schifezza dagli scaffali e mi rintano di nuovo a casa magari allungando un po la strada per passare in un vicolino ancora inesplorato. Ormai con Matteo conosciamo tutti i poveri commessi di Denny's che fanno il turno notturno e abbiamo ingurgitato più pancake di un americano medio.
In questo anno poi ci sono sorte manie da otaku, Matteo ha iniziato a sbavare seriamente tutte le volte che guarda le action figure della Figma, io mi sono presa una cotta per i lavoratori stradali giapponesi e per le cabine telefoniche che non manco mai di immortalare e da vera coppietta condividiamo un amore folle per Kyari Pamyu Pamyu (voi non lo sapete ma questa donna un giorno governerà il mondo).
Tremo al pensiero dei lavori stradali interminabili italioti e al coprifuoco che impone che dopo le nove non esistano supermercati aperti per i poveri cretini che per un motivo o per l'altro hanno bisogno di procacciarsi del cibo. Tremo per tutti quei cretini che so che al mio ritorno mi chiederanno quanto sono stata male in "Cina" e mi faranno una delle classiche battutine, salaci secondo loro, del genere "Via, ma non sei contenta di essere ritornata? Ora ti si fa noi qualcosa di buono da mangiare!". Non ho ancora capito per quale motivo sia perseguibile penalmente uccidere questi idioti con un sacchetto della Coop.
Detto questo, siamo delle persone distrutte…almeno fino a quando Matteo non ha trovato un paio di video che sono fortemente convinta mi salveranno la vita un tot di volte dopo il ritorno, e che soprattutto la salveranno ai sopra citati cretini.

 p.s. trattasi delle ballerine di Kyari Pamyu Pamyu e vi dico subito che se vi siete innamorati come me di quella in viola, è un ragazzino!
 Detto questo vi assicuro che anche dopo il ritorno continuerò a postare un bel po di roba, molto probabilmente molta di più di quella che avete visto finora…perché sono pigra e negli ultimi mesi ho deciso di godermi tutto il tempo a disposizione quindi un sacco di materiale mi si è accumulato nell'hard disk.  Molto probabilmente non riuscirò a smaltirlo tutto per un bel po di tempo, ci sta che faccia in tempo a ritornare in Giappone prima che questo accada.
ブログのポストが日本語でも書きましょ!確かにたくさんの間違いする。でも、友達に日本語で書いたほうがいいと言われたから。みなさんこのために今から私たちの愛あまりを直しておねがいします!
あと一週間。。。こんどの月曜日マッテオとイタリアに帰る。。。たくさん事をしたい、見たい、食べたいけど時間がない。
今年日本の生活に慣れた。午前二時にコンビニへ行って、メトロに乗って、なっとを食べて、RoobikHouseの友達と楽しんで。。。ソッリソのスタフも本当に優しかった。もらったのプレセントが確かにイタリアで使います!イタリアに帰ったら寂しそう!
みなさんありがとうございました! また来年ね!

lunedì 21 maggio 2012

Astro Boy worshipping

Mettendo a posto in questi giorni mi sono accorta che in quest'ultimo anno ho accumulato un po' di gadget e roba varia riguardante Astro Boy (se non sapete di cosa sto parlando vergognatevi, siete delle persone male!).
Fronte, retro e contenuto di una busta speciale in vendita qualche tempo fa nei Family Mart a tema Tezuka (busta corredata da dolcetti vari bellamente ignorati).
Il porta penne del secolo, accattato in un negozio di oggettistica varia e disparata su Takeshita Dori .
Della serie "Adoro Jimboucho" e il festival della cultura, occasione in cui mi sono ritrovata tra le mani questo gioiellino. Trattasi di paper work (o paper toy?) solo a tema Tezuka... non aspetto altro che di ritornare in Italia per montarli in modo permanente e fuori dalla portata di valige killer.
Mai capito che cosa dovesse sponsorizzare questo volantino, il che non gli ha certo impedito di campeggiare nel mio appartamento come unica cosa degna di essere mostrata ad eventuali sfortunati ospiti. P.s. se riuscissi a trovare anche questi splendori vintage sarei una donna giuliva.

venerdì 18 maggio 2012

Lee Bul al Mori Art Museum

Roppongi per me ha pochissimi punti di interesse, principalmente per il fatto che è considerata da tutti i tokyoiti come il punto di aggregazione degli "stranieri" e offre per la maggior parte locali notturni. Il Mori Art Museum però è tutta un'altra cosa. Decisamente un'altra cosa. Se siete appassionati di arte moderna e di architettura, di design e delle mostre fatte davvero bene, fateci una capatina, anche solo per ammirare la vista che si gode dalla cima. Nelle quattro volte che ci sono capitata ho sempre visitato mostre di artisti sconosciuti (a me che sono ignorante, non che siano dei novellini loro!) ma sono state delle esperienze davvero interessanti e in più di un caso hanno creato interesse sia in me che in Matteo. Tre anni fa mi sono divertita come ad un parco giochi alla mostra di Ai Weiwei, ho sbavato letteralmente sui modellini che ricostruivano l'Expo di Osaka (si, quell'Expo!) e qualche giorno fa ho preso in un colpo solo la mostra di One Piece e quella dell'artista sud coreana Lee Bul. A parte il fatto che mi rode sempre non poter far foto alle mostre, in questa occasione in particolare mi schiumava la bocca! Vi risparmio il videorisoluzionecacca fatto di sgamissimo all'istallazione video che avrò obbligato Matteo a vedere almeno tre volte, a voi la visione via Google di tutte le sculture. p.s. se siete a Tokyo in questo periodo o vi capiterà di esserci prima che la mostra chiuda, consiglio caldamente, anche perché in onore a One Piece al ristorante in cima al grattacielo vengono serviti pasti in stile con tanto di cosciotto enorme!

I quartieri di Tokyo, quelli veri

Prendete un europeo, portatelo a Tokyo e ditegli di farsi una passeggiata per i quartieri residenziali pieni di casette che si spalmano tra i grandi centri cittadini come Shinjuku, Akihabara ecc... e poi chiedetegli quali sono le cose che lo hanno colpito di più. Sono sicura che una delle prime cose menzionate sarebbe il silenzio, l'ordine e la sensazione di non trovarsi effettivamente nel centro di una delle più grandi metropoli del mondo. A pensarci un altro pò però l'europeo vi direbbe delle cose un pò strane, ad esempio che ci sono un sacco di case abbandonate da moltissimi anni che svettano tra villette familiari molto curate, l'edera che avvolge tutto, parti dell'edificio coperte di ruggine, a volte pile di posta ingiallita vicino ad uno scalino, una bicicletta rossa che sbuca dai rovi.
A chiederlo ad un giapponese le uniche risposte che mi sono state date sul fenomeno è che molto probabilmente qualcuno è morto in quella casa e quindi la proprietà diventa in un certo senso invendibile per il semplice fatto che molti dei possibili acquirenti vengono scoraggiati in base a banale scaramanzia. Tra parentesi, non immaginatevi scene tipo "E' stata uccisa l'intera famiglia da un pazzo omicida" ecc..., più semplicemente si tratta di morti naturali di anziani. Oppure mi immagino che spesso alla morte del proprietario non ci sia un erede, oppure che l'attuale proprietario abiti molto lontano e se ne freghi di quella casa tanto lontana. Insomma, fatto stà che ce ne sono moltissime di queste case e che contribuiscono certamente a rendere una passeggiata per questi quartieri quantomeno interessante. p.s. per quanto riguarda la scaramanzia mi è parso di capire che i giapponesi la sentano veramente molto di più di un semplice italiano. Me ne sono resa conto personalmente quando alla notizia che la casa dove abitavo a Firenze fosse stata costruita nel 1700 moltissime persone mi abbiano chiesto tra il serio e il faceto se non avessi avuto paura dei fantasmi. Sempre lo stesso europeo magari vi riferirà ridicchiando che moltissimi sottoscala esterni siano visti dai giapponesi come una specie di soffitta all'aperto: cumuli di giornali vecchi, muri di scatoloni e i più disparati oggetti, anche vecchie pentole, tutto ammucchiato nell'ordine più maniacale oppure ammassato alla buona.
Poi ci sono i cimiteri, senza muri che li recintino e con una parvenza di quiete e di serenità che manca direi a quelli nostrani. Non mi sono messa certo a fare il tour guidato però i due nei quali mi è capitato di imbattermi avevano entrambi moltissimo verde, un sacco di alberi come ciliegi o peschi pronti a sbocciare e quell'idea generale che un cimitero non è un luogo completamente staccato dalla vita quotidiana di chiunque. E poi fa sorridere vedere come parenti o amici spesso lascino lattine di birra o alcol ai propri defunti, magari a memoria di una loro passata passione per l'alcol.

giovedì 17 maggio 2012

Giramenti di...

In questi giorni scommetto che abbiamo condiviso un generale e grandissimo giramento di..., voi perché nell'ultimo post l'immagine che ho caricato è grande come una caccola, io perché della grandezza della suddetta immagine mi sono accorta solo due giorni dopo e ho passato gli ultimi giorni a tentare di combattere contro la mia deficienza congenita verso i pc e l'agonia del mio laptop. Dopo smoccolamenti vari, prove di respirazione bocca a bocca e riti voodoo indirizzati ai creatori di Blogo, ho compiuto l'atto estremo: sono andata da Big Camera e mi sono accattata un nuovo pc dopo ben sei anni di relazione stretta amore/odio con il bastardo precedente. Ho riposto tutte le mie speranze su N.3 ma salta fuori che Lion (sistema operativo Mac) non ne vuol nemmeno sentir parlare di Blogo... gli adepti della mela luminosa devono soffrire ogni giorno per la loro vena main stream, soprattutto quelli che vogliono mettere immagini molto grandi sui propri blog! L'unica mia speranza ora è riposta in quell'essere che è il mio consorte e nella sua capacità di fregarsene dei miei tribolamenti. Unica nota positiva: N.3 a differenza di N.2 pare tollerare il mio desiderio di scaricare le foto fatte con la mia Pentax quindi non potete capire la mia goduria nel poter finalmente visualizzare tutte le foto scattate negli ultimi sei mesi finalmente a schermo intero! Questo implica che riuscirò a condividere con voi un po di perle in cui mi sono imbattuta negli ultimi mesi senza dover per forza farvi soffrire come cani per la definizione delle foto fatte con il cellulare. Se volete potete comunque insultarmi liberamente nei commenti, giuro che non piango.

sabato 12 maggio 2012

Takaoyama atto primo

Stavolta vi presento una nuova sperimentazione di post. Ci ho tribolato sopra parecchio, praticamente ho passato mesi a sperimentare modi alternativi per proporvelo: ho fatto un vero e proprio album fotografico con tanto di disegnini e stickers, ho provato a fotografarlo pagina per pagina per poi modificarlo a photoshop ma niente. Sono passata alle scansioni vere e proprie ma anche quelle non andavano bene, d'altra parte l'unico modo sarebbe stato quello di proporvi immagini su immagini da caricare una per una e insomma... Alla fine mi sono risolta per lo stile da album ma ricreato direttamente a photoshop in versione immagine lunga a scorrimento. Come ho già detto è solo una sperimentazione quindi se è inguardabile stroncatemi le gambe subito per favore. Tema: trattasi di scampagnata su per il monte Takao fatta l'anno scorso a fine settembre. Ci sono poche cose da sapere: sul monte oltre a tutta una serie di templi non c'è praticamente altro, non si capisce perché ma ci sono banchetti di dango praticamente ovunque e impera l'immagine del tengu. Vi lascio alla lettura (cliccate sull'immagine per visualizzarla per intero). P.s. un grazie a chi ci ha portato sul monte Takao e un altro grazie grandissimo sempre alle stesse persone per essersi pazientemente trascinate me e Matteo su per tutta la salita mentre tentavamo di fotografare anche i lombrichi, chi ha tanta pazienza andrebbe fatto santo.

sabato 28 aprile 2012

Kagurazaka mon amour

Stamattina mi sono trascinata mogia mogia a lavoro con un principio di tosse secca e la certezza che ci avrebbero assaltato il locale e io sarei finita con il mal di schiena a forza di sollevare il cestello della lavastoviglie. Aggiungasi pure che qui a Tokyo sembra che sia arrivata una primavera parecchio inoltrata tutta d'improvviso. Umore della sottoscritta alle 9.50= nuvoloso con ricadute nell'autocomisserazione. Gli dei giapponesi si sono manifestati sotto forma del mio manager, Davide, che vedendomi arrivare ha fatto la faccia tutta stupita e si è messo a ridere. Oggi non avevo nessun turno. Mi sono quindi trovata con un'intera giornata libera. Vi lascio con un po di foto scattate a Kagurazaka nella prima mattinata.

A noi "BRAVAGIOVANNA", a loro ZAQ

Del tipo: Quando anche da noi tireranno fuori qualcosa di così figo fatemelo sapere, dico solo questo perché ZAQ dice tutto...lo adottiamo un grafico pubblicitario nippico in Italia?


giovedì 5 aprile 2012

Toys in Tokyo



Qualche giorno fa prima di andare a lavoro mi sono fatta una passeggiata per il quartiere di Kagurazaka che si trova adiacente a quello di Iidabashi. Questo negozietto mi ha attirato e gli ho fatto qualche foto con il mio i-pod pacco.

mercoledì 4 aprile 2012

Hanami...? Anche si, dico io

Sono sicurissimo che tutti si stavano chiedendo cose del tipo " ma quel blog bellobellissimo di quei due tizi che erano in Giappone? ma appunto, un'erano in due, oh com'è che scrive solo uno, l'altro che fine avrà fatto? " la risposta ve la dò io:
Mi sono eclissato in un vortice di bruttezza e dannazione, cercando a suon di frustate di portare avanti il mio lavoro francese dal Giappone e contemporaneamente cercare di imparare questa "simpaticissima" lingua (per ora vince lei 4 a 0).

Quindi, causa ciò che ho appena citato sopra -più- poca voglia/tempo -più- capacità in scrittura italica pari alla lallazione, in questo periodo mi sono limitato a lurkare e a fare tanti tanti complimenti alla mia dolce metà.

MA!, adesso cavolo... si sente nell'aria qualcosa, ma cosa... io tipo dovrei finire il mio lavoro...ma la testolina guarda in continuazione fuori dalla finestra, uuuuuh quanti uccellini fuori, ommammamia che bella giornata e aspetta! Macchediavolo è tutto questo rosa, in lontananza si vedono tante nuvolette, ma son per caso alberi!? Mi volto e vedo un corvaccio sul terrazzo di casa che, inclinando la testa, esclama: " Ciccio è primavera! "

Oh pofferbacco! Ma anche si, dico io!

Eqquindi, visto che dovevo sbrigare alcune cosucce in zona Waseda, ringrazio il corvaccio, e me ne esco di casa tutto felice, pensando che a breve il mio "franco-lavoro" finirà e potrò godermi un po di primavera nippica in santa pace.
  

Le foto parlano da sole, voglio ringraziare ancora una volta il corvaccio per l'ottimo suggerimento perchè oggi Tokyo era veramente da cartolina ed è sopratutto grazie a questo che il rinnovo del mese scolastico, pagato a suon di 50000 cocuzze, mi è pesato decisamente meno.

Adesso mi richiuderò ancora una volta a guscio nel mio giaciglio tetro aspettando a gloria il 16 di questo mese... sniff.

Mah, vi dico da subito che nel mio prossimo post, meta-sgrammatilallizzato, si parlerà di yakuza qua ad Ikebukuro.


domenica 1 aprile 2012

Acquisto epic win



Acquisto incauto ma epico. Me lo sono visto oggi su di uno scaffale, abbandonato e ignorato da tutti mentre si merita senza ombra di dubbio un piedistallino.
Per chi non se ne fosse ancora accorto trattasi di cover per i-phone. Il fatto che io non possegga un i-phone è naturalmente qualcosa di irrilevante, infatti penso che lo devolverò come dono di riavvicinamento ad uno dei miei non-più-temporaneamente-amici che invece possiede l'inutile coso da coprire (cosa ho detto). Si sto parlando proprio di lei mio caro e per questo sappia che mi aspetto come minimo una focaccia fatta espressamente per la mia persona!

mercoledì 28 marzo 2012

Giapponese o non giapponese?

Breve e concisa stavolta.
Venuta a conoscenza dal fatto che i miei colleghi di lavoro giapponesi mi lurkano segretamente, ma non troppo, il blog, uno di loro ha esordito l'altro giorno con
"Ma perché non lo scrivi un po' anche in giapponese? Anche due righe sarebbero carine sai?"
Il che, accantonato sul momento come follia, mi ha fatto pensare e ripensare, giapponese o non giapponese?
Voi che ne dite? Mi imbarco verso future figure di menta? Datemi un po il vostro parere, perché lasciato da solo il mio cervello vaga e ipotizza anche una versione in inglese dei post.


Oneecyan

Essendo io non ancora molto abile nella lingua giapponese a lavoro il mio incarico principale è quello di barista, il che comprende praticamente tutto tranne il servizio ai tavoli. Ora non mi metterò a descrivere per filo e per segno in cosa un ristorante italiano in Giappone sia fondamentalmente diverso da un ristorante italiano in Italia, ne vi renderò partecipi della mia gioia immensa nell'essere riuscita a carpire i segreti del design dei cappuccini. Intanto l'ho fatto. Una roba tipo questa per intenderci.

Fatto sta che ultimamente ho dovuto fare un po di pratica al servizio in sala, intendiamoci, non ho dovuto imparare come si serve in un ristorante, ma a relazionarmi con i clienti giapponesi, il che è una cosa tutta diversa. Bisogna riuscire a capire che ci sono diverse tipologie di clienti:
-le coppiette: sono le più varie sia per età, tipologia e carattere. Ti puoi ritrovare a servire un paio di statue che respirano e che si rivolgeranno a malapena la parola oppure due persone affabilissime che vorrai adottare nel giro di cinque minuti. Niente di diverso dal'Italia quindi, se si escludono certo le varie sotto categorie tra cui la più interessante è quella dell'uomo in su con gli anni e facoltoso accompagnato dalla giovane avvenente. I due si scoleranno quantità immense di alcolici vari, e parleranno relativamente poco, lui pago della visione, lei grata per il silenzio. Se la donzella è calata alla perfezione nel personaggio barcollerà su tacchi stratosferici in bagno un numero infinito di volte, probabilmente per messaggiare l'amante giovane e aitante o l'amica del cuore su quanto sia pallosa la serata.
-gruppi di amiche donne: c'è poco da dire. Silenziose all'inizio e sguaiate alla fine, ci saranno intermezzi interessantissimi per un'osservazione antropologica in cui si mostreranno vicendevolmente foto sui telefonini e riusciranno a imbastire un'intera conversazione fatta solo di kawaiiii e sugoooi.
-cene di lavoro miste: qui la gerarchia del sol levante fa la ruota di pavone. Il direttore generalissimo sempre nel mezzo, ieratico come una statua di Buddha e gaudente come Bacco. Un corollario di tirapiedi vari, donne ridacchianti, lo zerbino addetto alla serata che, seduto nell'angolo estremo, ordina tutto il menu allo staff e l'immancabile spallato che decide di affogare tutto il suo dolore nell'alcol o tenta una fuga strategica.
-gruppi di amici misti: davvero i meno interessanti credetemi, non sapevo neppure se nominarli.
-salary man in libera uscita: loro sono il pezzo forte, davvero. Possono essere giovani o di mezza età ma avranno tutti lo stesso comportamento: sono appena usciti dall'ufficio dopo gli straordinari e hanno deciso di mangiarsi qualcosa in compagnia, vogliono assolutamente i posti per fumatori e berranno ai massimi storici, per la maggior parte birra, ma ordineranno anche una bottiglia di vino a metà serata per darsi un contegno. Chiedendo consiglio alla cameriera italiana e ridacchiando ostentando la propria ignoranza in fatto di vino, oppure facendosi tutti seri e puntando il dito a caso sul menu: "Voglio questo vino rosso qua!" "Gentile cliente quella è la pagina dei vini bianchi..."
Naturalmente alla presentazione del conto risponderanno con un serafico "ryusyusyo", il che vuol dire che l'allegra banda che ha scolato alcol in quantità e parlato spesso delle cose più triviali vuol che si addebiti tutto alla compagnia in cui sono impiegati con la scusa dell'incontro formale a scopo lavorativo.
(Ci sono volte in cui la mitica parola è pronunciata anche dal signore di mezza età con la pulzella appresso e allora non si può più aver dubbi: lei è la sua ganza.)
Ora voi vi starete chiedendo, che c'entra tutta questa manfrina con il titolo del post? Principalmente niente, mi dispiace. Se non che due giorni fa, prendendo l'ordine ad uno dei tavoli di salary man sopra citati mi sento rivolgere la seguente domanda: "お姉ちゃん、どこから?"
"Sorellona, da dove vieni?"
Fossero esistite le seguenti condizioni: a.livello di giapponese opportuno b.non stare lavorando come cameriera nel suddetto luogo, il malcapitato avrebbe fatto una brutta fine diventando mio famiglio/schiavo nel giro di pochi attimi. Raccogliendo la calma zen necessaria ho risposto al tizio che dimostrava almeno dieci anni più di me per poi andarmi a lamentare dal mio povero collega di lavoro.
Ciò che mi aspettavo era una reazione indignata, una roba tipo da amico gay con tanto di "davvero?!" con tante "e" nel mezzo, almeno una risata e un commento su quanto vino doveva aver bevuto il tizio ecc.. Quello che mi son sentita dire è " E allora?" Dopo dovute spiegazioni e consultazioni ho ricevuto questa spiegazione:
In Giappone quando ci si rivolge ad una ragazza tra i venti e i ventotto anni, se non se ne conosce il nome, è molto usuale rivolgersi a lei chiamandola Sorellona, proprio come tutti gli uomini sopra i quarant'anni saranno automaticamente Zietto.
Ecco, se non lo sapevate ora sapestilo!


mercoledì 21 marzo 2012

Salary man watching

Osservo cose che non mi era mai capitato di notare prima mentre me ne sto seduta qua nello Sturbucks di Iidabashi e aspetto che si facciano le cinque prima di andare a lavoro. Ha una vetrata enorme questo locale ed è incuneato tra alti palazzi dal colore metallico che contengono solo uffici; unica nota di colore nella visione oltre il vetro è il cinema bohemien del quartiere che pare essere tra l'altro molto famoso a Tokyo per dare moltissimi film stranieri sottotitolati che non compaiono nemmeno nei multisala della capitale. Da questo fine settimana ad esempio è apparso in programmazione "Mine vaganti" di Ozpeteck. Sottotitolato.
Ma tornando all'osservazione, ho inavvertitamente assistito al rituale di preparazione all'antrata in ufficio del salary man tipo. Mi sono data quindi al salary man watching.
La pratica ha tutta una sua dinamica che pare un balletto. Iniziano a slacciarsi i bottoni del trench almeno a duecento metri di distanza ,poi via la sciarpa a meno centocinquanta, si fermano, si tolgono la giacca, a ripiegano in modo che non si sporchi, controllatina ai risvolti de completo di ordinanza ed entrano.
Hanno tutti trench scuri o chiari color sabbia, abbinate l'immancabile sciarpa e una borsa ventiquattr'ore nera lucida.
C'è qualche donna che sfugge alla regola e che tacchetta via con vistosa borsa di Vuitton ma sono eccezioni che immagino appartenere ai piani alti.
In cinque minuti di osservazione ne compaiono molti, deve essere finita la pausa pranzo, in fondo sono solo le tre, che abbiano avuto un pranzo con i clienti? Ma ce ne sono davvero tanti, tutti giovani.
Il primo che noto è un ragazzo giovanissimo ma vestito in modo impeccabile, poi una ragazza con lunghi capelli lucidi e le gambe un po tozze, un signore con cappottone e cappello scuro da texano (n.d.e. piani alti), due o tre uomini dall'età indefinibile che come unica particolarità hanno quella di avere il classico viso da salary man, un altro ragazzo, stavolta la borsa e le scarpe sono di cuoio chiaro e i capelli sono ingellati, si ferma accanto al muro e controlla il cellulare, solito rito, 200 bottoni, 150 sciarpa, pit stop...via! sparito.
Il salary man watching non è proprio interessantissimo per cui tempo di scrivere queste due righe e sto già pensando a cos'altro guardare, di sicuro gli avventori della sala film porno che spuntano dalla stradina laterale del cinema lo sono molto di più. In fondo al giorno d'oggi chi cavolo è che ancora paga per vedersi un porno?
Già che c'ero ho fatto una ripresa estemporanea con la mia macchinetta fotografica di scorta, gentili spettatori, ecco a voi uno scorcio di Iidabashi.


domenica 26 febbraio 2012

Del malcontento invernale

E' ormai fine di febbraio, dall'ultimo raggio di sole che ti scalda ne son passati di mesi. Sulle riviste iniziano a comparire gli ormai intramontabili servizi sugli accessori must per la primavera e gli eterni titoli "Quest'anno andranno di moda i colori pastello, tutti i consigli per rifarvi il guardaroba". Lasciamo perdere i commenti di vari amici e parenti che ormai sniffano la primavera nell'aria come cani da tartufo e non vedono l'ora di bruciare i propri cappotti in un rogo purificatore.
Anche qui a Tokyo l'atmosfera non è diversa, è da metà febbraio che i giapponesi ormai si credono in primavera nonostante il fatto che in Hokkaido ci siano ancora svariati metri di neve.
Ormai sappiamo già le date per la fioritura dei ciliegi e i professori a scuola continuano a suggerire i migliori posti dove poterla ammirare. Rifioriscono gli animi di tutti i lavoratori giapponesi che con la primavera vedono anche arrivare le festività nazionali, sporadici giorni dedicati ad altrettanti svariati eventi per cui il giapponese medio si può concedere una pausa dal lavoro.
Insomma tutto il mondo sembra aspettare con trepidazione il giorno in cui potranno finalmente tornare a sudare come dio comanda.


Io invece sono terrorizzata dall'arrivo del caldo, certo ogni tanto avrei il desiderio di poter uscire di casa senza sembrare un fagotto di lana ma poi mi sovvengono ricordi spiacevoli di metro affollate con condizionatore a palla e uscite brusche sulle piattaforme con conseguente semi svenimento causa botta di calore, nottate passate a svegliarsi ad intervalli per accendere/spegnere il condizionatore, tre cambi al giorno di vestiti e le figure caprine.
Si le figure di menta d'estate sono all'ordine del giorno qua in Giappone per una persona che come me ha la capacità di sudare anche a venti gradi vestita di sola canottiera.
Immaginatevi la scena: trenta e passa gradi con umidità che sfiora punte dell'ottanta per cento, hai appena corso i cento metri per prendere al volo il treno per arrivare in tempo a scuola. Si, hai fatto la doccia praticamente trenta secondi prima di mettere un piede fuori di casa, ma quando sali sulla carrozza sei già ad uno stato critico, non importa quanto sia stata attenta a non metterti magliette che lascino intravedere le inestetiche pezze di sudore, appena alzerai gli occhi noterai una delle tante donne giapponesi, perfetta nel suo abbigliamento multistrato e il suo trucco, appollaiata su tacchi massacranti e risplendente di vitalità. Tu invece hai i capelli come il lato ruvido della spugna per i piatti causa rifiuto dell'uso del phon, le occhiaie della grandezza di una mela cotogna e la vitalità di una nonnina ottantenne artritica.

No grazie, tenetevi l'estate e l'abbronzatura, io mi accontento di sembrare umana e non un blobber sudacchioso. Gia che ci sono mi tengo pure i dolci invernali, il caffè e latte caldo mentre me ne sto in un comodo bar, la tranquillità nel sapere che non dovrò mostrarmi in vestiti o costumi succinti e che quindi posso mangiare tutti gli yaki soba che voglio e le mangiate/abbuffate a casa di qualsiasi genere alimentare io riesca a ficcare nel nabe.


sabato 18 febbraio 2012

Kanji

I kanji mi vogliono morta. E' un fatto obbiettivo, non sono io che sono catastrofista credetemi. Come vi spieghereste voi la situazione se vi impegnaste a memorizzare qualcosa, ci spendeste tempo ogni giorno e quelli immancabilmente si ostinassero a fare finta di non conoscervi? C'è del sadismo in tutto ciò.
Certo ultimamente sono stata un po' confortata dal fatto che poteva andarmi peggio: potevo studiare cinese tanto per dire! Ciò non toglie che i miei fine settimana, causa anche assenza del consorte, siano spesi all'insegna del masochismo puro.
Sono una donna sull'orlo di una crisi di nervi. (cit. Almodovar)


giovedì 9 febbraio 2012

Tabaccheria La stazione Donoratico

"C'è stato un periodo sotto Natale in cui la presenza dell'Italia in Giappone è aumentata esponenzialmente. Tutto ciò si deve ad un uomo e al suo tabaccaio di fiducia"


Nel periodo Natale/Capodanno i nostri hanno deciso di venirci a trovare. Da quando i biglietti sono stati acquistati non c'è stato giorno in cui le conversazioni sul web non fossero farcite con "ma il miele di zio te lo porto?", "quante scatole di Oki vuoi, una o due?", ho aspettato il momento con ansia, facendo il conto alla rovescia, l'Oki mi mancava!
Arriva il grande giorno, baci abbracci e genitori rintontiti dal viaggio.
Inizia un tour de force tra templi, quartieri zipilli di gente alla disperata ricerca del regalo perfetto per il proprio cane e molto altro ma, ad un certo punto arriva. Il momento in cui mio padre in un café tranquillo mi spiega la sua missione, il vero motivo della sua venuta in questo paese ai confini delle cartine europee. In sostanza la cosa è questa:

"Deh, te lo ricordi il tabaccaio della stazione? L'altro giorno ci sono passato e gli ho detto che venivo qua a trovarti. Allora lui mi ha dato l'accendino con il nome del tabacchino scritto sopra e mi ha chiesto se gli potevo fare una foto qua a Tokyo".

Potete capire bene che a quel punto io ho sentito la missione di mio padre come la mia, come se il tabaccaio in persona me l'avesse affidata. E non ci inimica mai il proprio tabaccaio di fiducia, sia mai che mentre sei di corsa per prendere il treno scopri che la macchinetta della stazione è guasta, cosa fai? Devi andare dal tabaccaio. E se quello ha gente? Sono anni che fai avanti e indietro, tuo padre ci compra il giornale tutte le mattine, basta un cenno, ti allunga il biglietto alla spicciola che poi passa babbo più tardi. Ma se si ricordasse all'ultimo secondo di quella volta in cui ti aveva chiesto quel piccolo favore riguardo ad un accendino e una foto? Potrebbe far finta di niente, non notare studiatamente il tuo trolley e magari tirare per le lunghe la conversazione con il cliente prima di te.
L'amicizia del tabaccaio è cosa ricercata e preziosa.
E' per questo che ci siamo adoperati nella nostra missione, non senza qualche rimprovero bonario da parte di mia madre circa la nostra presunta mancanza di buon gusto: "Via, siamo ad un tempio bellissimo e ve ne venite fuori con il tabacchi della stazione di Donoratico! Io guarda...non vi capisco!"
Le foto sono tante, ma la mia preferita in assoluto è questa qua, spero la apprezzerete tanto quanto noi abbiamo sghignazzato a farla.
E adesso che avete sentito la magica avventura di come un piccolo accendino giallo con la scritta "Tabacchi La stazione Donoratico" e il disegnino di un treno, dopo un viaggio lungo centinaia di chilometri sia riuscito a compiere il proprio fato me ne posso anche andare a letto!

P.s. il personaggio nella foto, quello disegnato non mio padre!, è Hattori-kun, ninja dell'anime omonimo e maschera dell'Amico in 20th Century Boys.



mercoledì 8 febbraio 2012

Una giornata in Giappone

Sveglia alle sette e mezza, fuori è scuro ed è una cosa inusuale, mi ero abituata ad un inverno secco e con il cielo limpido. Brancolo tra il fornello, il bagno e il pc, incerta su cosa fare prima: il thé, la doccia o un po di sano surfaggio sul web. Mi arriva un messaggio che disdice causa forze maggiori l'appuntamento della mattinata. A quel punto mi imbambolo per cinque minuti buoni a fissare il nulla mentre riformulo lo schema della giornata. Mmm...niente appuntamento al café...vabbè devo studiare i kanji per il test che ci sarà a scuola oggi, posso approfittarne e farlo con più calma. Che faccio rimango a casa? Si però Matteo dorme ancora, in più stare a casa con questo tempo senza poter accendere la luce centrale è ricaduta nel sonno assicurata! Vado a scuola a studiare? No le uniche aule libere la mattina sono delle ghiacciaie e poi c'è casino nelle pause...Potrei andare ad un café vicino casa, ad esempio al Tully's dentro al Sunshine Building, eh però anche li dopo un po che ci stai fa freddo visto che è circondato dai corridoi del centro commerciale, e poi l'ultima volta che ci sono andata c'ho beccato il concerto flash di due tizi sconosciuti e mi son dovuta ficcare le cuffie nei timpani per non sentire le urla delle ragazzine che quel giorno hanno saltato scuola appositamente.
Ok allora vada per lo Starbucks adiacente e i suoi cd angoscianti! Quindi ricapitolando: surf sul net, il thé non me lo faccio tanto c'è il beverone di Starbucks, doccia, vestizione, resuscitazione del morto che è Matteo per salutarlo e poi via all'avventura (seh!).
Ok, ci siamo, mi siedo in un tranquillissimo Starbucks con un cd che andrebbe anche bene se non fosse che il tema sembra essere "rock e cristianesimo", davanti a me è piazzato il mio Latte/Grande/Hotto-kudasai e i kanji mi aspettano trepidanti.
Studio per quasi tre ore filate sillabando onyomi (音読み) e kunyomi (訓読み) che dopo un po' non hanno più senso interrotta sporadicamente dalla anziana coppia che mi si è seduta accanto: lei è lo stereotipo della signora sessantenne giapponese ed è tutta un ripetere "sa" e "ne" mentre decanta la bontà del dolce che si è presa, lui ride delle battute di lei, risponde a monosillabi cordiali e poi ricade in un silenzio concentrato. Mi piace quest'uomo, ne vorrei venti per cortesia.
Lazzaro/Matteo mi chiama per dirmi che lui è pronto per uscire di casa, che facciamo? ci incontriamo a metà strada e prendiamo la Toden Arakawa Sen insieme? Mah si dai.
Il tragitto è sempre lo stesso di ogni giorno: passaggio davanti alla scuola di lingua giapponese Meros che mantiene ancora il suo primato di maggioranza cinese, camminata svelta con commento dei passanti, noto una insegna per me nuova ma che pare sia li da eoni, sosta al kombini per panino per il pranzo, sbavo come tutti i giorni sui gadjet della Meiji con la grafica di Tezuka.
Prendiamo il treno, ne approfitto per scattare un paio di foto.

Waseda 終点, ovvero il capolinea, tre passi e siamo a scuola, saliamo le scale...toh! oggi i gemelli cinesi del mistero sono arrivati insieme, il che ci permette di tentare di scovare le differenze come fossero la settimana enigmistica vivente (certo pero' che se circolano voci che si siano scambiati per un test è chiaro che a uno gli viene la curiosità!). Saluto al cinese che sa pronunciare il "ci vediamo" più italiano di tutto l'universo, saluto ai due coreani con la sigaretta tra i denti, in bocca al lupo per il test, no in bocca al lupo a te perché oggi c'hai la Nakamura, e ci si divide.
Fast-foward di quattro ore.
Il test è andato bene anche se mi mangio ancora le mani per non essermi ricordata la lettura di "progetto", il tutto pero' è compensato da Moritsuki-sensei, la sua lisca e il suo umorismo da giapponese. Mi faccio largo tra un gruppo di menhir che sembrano svedesi biondi agli occhi dei babbani e mi avvio a passo spedito verso l'uscita. Mi affianca Shikyon, il ribattezzato principino cinese, che pare abbia trovato un baito (part time) come cuoco in un ristorante coreano...mah!
Dopo un progetto fulminante di metter su un ristorante misto cinese/coreano/italiano/
chipiùnehapiùnemetta alla fine di questi due anni di studio lo saluto e me ne vado a lavoro.
Oggi l'atmosfera è rilassata, Tomomi compie gli anni e c'è anche Toru con cui scherzare per cui i malumori di Heijin passano sotto banco. Rimango per ultima insieme a Tomomi solo per fare presenza, un saluto ai cuochi che giocano a Monster Hunter nel retro pieno di fumo peggio di un pub inglese e mi avvio verso la metropolitana.
Solita gente, soliti salary man con lo smartphone, salary woman con lo smartphone, gente distrutta dalla giornata o dall'alcol, coppiette strette con la scusa della calca ecc...
Ikebukuro è un porto di mare come tutte le sere con gente che viene e va ma non si sa di preciso dove, piano piano me ne ritorno camminando a casa che oggi tanto termina qui e domani si vedrà.


martedì 7 febbraio 2012

Action figures di One Piece in mostra ad Akihabara

Un mesetto fa ad Akihabara in un sottopassaggio della stazione c'erano queste fantastiche action figures di One Piece in mostra. Ci sono anche quelle dell'edizione speciale uscita verso Natale che ritraggono i personaggi versione animali.
Ve lo dico subito, io voglio quella di Frankye!

P.s. per vederle in maniera decente vi consiglio di cliccare sulle immagini


lunedì 6 febbraio 2012

Infografica dei terremoti in Giappone nel 2011

Il video che vedete proposto qui sopra è un'infografica abbastanza esplicativa di quello che è successo in Giappone nel 2011 sul versante terremoti.
L'animazione copre tutto l'anno e mostra le varie scosse susseguitesi nei mesi. Più è grande il cerchio più è intenso il terremoto. A parte questo c'è poco da dire, mi sembra che il video si spieghi abbastanza bene da solo (anche troppo per certi versi).
Detto questo, aspettate di arrivare al periodo dell'11 Marzo e vi farete un'idea di cosa significhi il termine "sciame sismico". Vi consiglio anche di fare caso a quanto pericolosamente vicina sia la faglia che ha causato la scossa rispetto alla costa giapponese.
Un paio di annotazioni a margine:
Per il momento la situazione è abbastanza tranquilla, nei mesi le scosse si sono diradate man mano ed è abbastanza raro percepirne una, almeno rispetto alla scorsa estate.
Qualche tempo fa è stato annunciato che secondo calcoli statistici ci sarebbe una possibilità superiore al cinquanta per cento che un terremoto molto forte colpisca proprio la zona di Tokyo nei prossimi quattro anni e per questo l'attenzione generale è stata catturata nuovamente dal problema tanto che ci sono state alcune prove di evacuazione anche nella scuola che frequento. Tutto questo non significa che il terremoto sia imminente ne che sia certo che ci sarà ma certo prevenire è meglio che curare.
P.s. il video in questione è stato segnalato per la prima volta, credo, sul blog di Paolo Attivissimo "Il Disinformatico" che vi consiglio di guardare ogni tanto anche solo per togliersi di dosso un po' di 'disinformazione'. D'altra parte non si può non apprezzare un commento del genere:

Questo è il pianeta che abitiamo. È fatto così, che ci piaccia o no. È violento e inospitale. O meglio, è indifferente. Non gliene frega nulla delle nostre aspirazioni, delle nostre guerre imbecilli e delle nostre visioni romantiche che lo dipingono come la culla ideale donataci per intercessione divina. Prima ci svegliamo e accettiamo questo fatto e meglio è per tutti.