lunedì 18 luglio 2011

Gente di Tokyo

Ho notato solo ora sfogliando le foto fatte negli ultimi giorni che ho un sacco di scatti di persone che in un modo o nell'altro non ho messo nei vari post.
La maggior parte Sono tutte scattate da dietro, spesso perché non ho il coraggio di chiedere oppure perché tra il tempo di avvistamento del soggetto, il recupero della macchina fotografica dalla borsa, e lo scatto passano quei secondi cruciali che mi fanno mancare l'attimo perfetto. In più posso dire che voglio un tele-obbiettivo?
Vabbè iniziamo và!


questa l'ho proprio fatta di straforo...ma mi piacciono un sacco questi mega scuter giapponesi, mi ricordano tanto la moto di Kaneda in "Akira", oppure no..., insomma il senso è quello!

si lo so che l'ho già postata questa ma come si fa a resistere al sosia di Kitano triste con il completo a disegni di palloncini?

il classico gruppo di lavoratori giapponesi: tre lavorano, altri tre non si sa che guardano e cinque ti indicano perfettamente il percorso da seguire per te pedone, nonostante ci siano luci, transenne e una comoda pedana rialzata

uno di quelli che anche il vj Pif nel "Testimone" definisce 'omino che indica', io li adoro, mi fanno un sacco di tenerezza!

altro lavoratore, sarà un poliziotto dei koban? (koban= casottino della polizia che si trova in tutti i quartieri, solitamente se vi servono indicazioni stradali è il posto migliore dove fare domande)

a detta mia e di Matteo l'uomo più stiloso finora visto a Tokyo, un vero genio dell'accostamento e della comodità, e per questo ve ne beccate un'altra di foto!

è fantastico o no?

natura viva: donne con parasole

la mia personale risposta a quel gran cret giornalista di Visetti e a tutti quelli che hanno avuto il coraggio di dire che Tokyo fosse deserta (suggerimento: magari erano andati solo a farsi un giro oppure i cari inviati avrebbero fatto meglio a togliersi le fette di prosciutto dagli occhi)

una delle tante magnifiche bambine alla festa del Bon Odori di ieri sera

signore pronte per lanciarsi nelle danze

E con questo vi lascio sperando di riuscire a riprendere altre persone interessanti con la mia collaudata tecnica di stalkeraggio.


domenica 17 luglio 2011

Bon Odori

Domenica iniziata con le classiche incombenze casalinghe quella di ieri, ma che ci ha riservato delle piacevoli sorprese nel corso del pomeriggio.
Partiti verso le quattro per un mondano aperitivo da Salvatore Cuomo, abbiamo colto al volo l'opportunità per eclissarci il prima possibile e con la massima velocità dalla combriccola fashionista grazie anche all'aiuto di Hiro-san (che si fa chiamare anche Ciro viste le sue amicizie partenopee). Ormai pronti a dichiarare la giornata un totale fiasco abbiamo seguito Hiro-san poco speranzosi e con rassegnazione, ma siamo stati costretti a ricrederci.
Arrivati alla stazione di Monzen-Nakacho siamo stati condotti nella parte interna del quartiere, e tra una casa e l'altra abbiamo scorto una classica scuola elementare giapponese tutta allestita a festa: stavano iniziando i festeggiamenti per il Bon Odori, la festa per celebrare i morti in cui solitamente si ritorna ai propri luoghi d'origine per stare con la famiglia e pregare per i propri deceduti.
La festa era stata organizzata dal comitato del quartiere ed era molto rilassata, con moltissimi bambini vestiti con i loro yukata che correvano da ogni parte e si divertivano a eseguire esercizi ginnici con gli attrezzi sportivi sistemati nel cortile (e con mia grande ammirazione devo dire che non ne ho visto uno che sia caduto o che abbia sporcato anche minimamente il suo colorato vestito).
C'erano poi gruppi di signore di mezza età tutte vestite con uno yukata della stessa fantasia pronte per lanciarsi nelle danze, famiglie con bambini impazienti di gustarsi le loro bevande zuccherate vendute ai banchetti vicini e signori anziani con tinozze enormi di anguria tagliata e pulita pronta per essere offerta ai più piccoli (e anche ai meno piccoli visto che sia la sottoscritta, sia un certo ragazzo tedesco alto un metro e novanta hanno avuto la loro parte).
E' abbastanza difficile descrivere lo spirito della festa, assomiglia in vivacità ad una nostra sagra ma con un fondo più serio, è divertente e allegra ma ad un certo punto tutti fanno silenzio per sentire i tamburi iniziali e si aggregano in modo ordinato alle danze che seguono.
Qui di seguito un video delle celebrazioni (fatto ahimè con la mia macchina fotografica, quindi scusate la qualità pessima)


un po' di foto scelte tra le tante scattate

(questi due uomini qua sono i miei preferiti in assoluto della serata^^, tra l'altro noto solo ora che il secondo indossa una maschera di Anpanman)

(anche i bambini prendono parte alla cerimonia, non solo danzando ma, chi ne è capace, suona anche il tamburo centrale)

Finita la festa, mangiate le okonomiyaki e fatte le foto, Hiro-san ci ha trascinati nuovamente verso l'ignoto, che in questo caso si è materializzato sotto forma di una vista mozzafiato del fiume Sumidagawa con i suoi palazzi illuminati a fargli da cornice e piccoli fuochi d'artificio che causa vento sono durati meno del previsto.
Allegherò solo una foto visto che essendo buio la mia macchina fotografica non poteva fare un gran ché (esiste anche un video ma ci sto' lavorando sopra visto che è messo maluccio)

P.s. leggendo un po' per internet avevo capito che i festeggiamenti per il Bon Odori fossero a metà agosto ma pare che a Tokyo sia anticipato, se qualcuno ha informazioni ulteriori mi faccia sapere


venerdì 15 luglio 2011

Un comune venerdì sera a Tokyo

Finalmente è arrivato il weekend!
La settimana è stata lunga e impegnativa, non abbiamo fatto altro che trascinarci sudanti verso scuola ogni giorno per poi ritornare nel nostro appartamento che, causa voglia inesistente di fare un po' di ordine, sembra sempre più l'accampamento di un campo di battaglia.
Essendo finita la stagione delle piogge l'umidità è diminuita di un poco ma al suo posto c'è un sole che non perdona i poveri sfortunati che hanno l'ardire di mettere il naso fuori di casa. Tutto ciò non sembra toccare minimamente il gentil sesso nipponico: donne che sembrano appena uscite da una seduta intensiva di beauty farm ti passano accanto fresche come rose mentre tu sei appena presentabile nonostante la doccia ghiacciata fatta appena cinque minuti prima. Come novelle kamikaze esse si proteggono dall'abbronzatura inevitabile con un look da uomo invisibile, manicotti lunghissimi per coprire le braccia, calze nere per le gambe, cappellino con visiera oscurante nel caso di tratti in bici e per le più estreme (giuro su tutto il panteon cristiano, indù, buddista, pastafariano ecc...) maschera nera totale. Se invece ti capita di incontrarne una con il solo parasole ti sembra al confronto così umana e simile a te che ti verrebbe da abbracciarla.
Considerando poi che lo scoprire le spalle qui in Giappone non è visto proprio come il massimo dell'educazione provare a mettere una semplice, comoda e fresca canottiera diventa una sfida con te stessa, da una parte la razionalità che ti dice che è cosa buona e giusta non volersi infilare pure la maglietta a tre quarti con questo caldo ignobile, dall'altra il disagio di trovarsi in una carrozza della metropolitana e notare di essere l'unica a spalle scoperte.
Non mi metterò poi certo a descrivere l'imbarazzo nello scoprire di essere non solo l'unica con le spalle scoperte, ma pure l'unica a sudare (vedi anche essere umana), evidentemente le donne giapponesi non solo sono in parte divine ma hanno pure un controllo di ferro sulle proprie ghiandole sudorifere.
Ma non stiamo qua a piangere sul sudore versato via! Ci sono tante meraviglie da vedere, anche se non si è propriamente delle semi-dee ondulanti su tacchi stratosferici.
Una delle sopra menzionate meraviglie è il cafè Zenon, situato a Kichijoji e proprietà di Tsukasa Hojo, disegnatore di City Hunter, Occhi di gatto ecc...

A farci scoprire questo cafè sono stati Jean David Morvan e Walter Pezzali, che hanno passato con noi la serata e hanno dato buoni consigli a Matteo per il lavoro.
C'è stato un momento di inquietudine nel locale quando una scossa di terremoto brevissima ma abbastanza violenta ha scosso la città, tutti in sala si sono zittiti guardando come per istinto verso il soffitto come per controllare qualcosa e la tensione dei giapponesi si è in qualche modo comunicata anche a noi. Una scossa che sarebbe passata inosservata solo cinque mesi fa come ci ha spiegato Walter, che vive qua ormai da dieci anni, ma che ora fa drizzare le orecchie anche ai più calmi.


Finita la serata abbiamo sperimentato la "gioia" di un ritorno in metropolitana il venerdì sera a Tokyo .
Lascio a voi il giudizio finale


P.s. qualcuno mi fa il favore di spiegarmi PERCHE' ha un senso per i giapponesi se c'è un uomo con un copricapo dall'inconfondibile forma a pubblicizzare una bevanda energetica? Pensiamo ai bambini!!!


giovedì 7 luglio 2011

Arakawa Line, la tratta ferroviaria paradisiaca

Di news ne abbiamo davvero poche, in questi due giorni siamo stati impegnati in una dura lotta contro il giapponese. Abbiamo infatti iniziato le lezioni alla Yoshida Institute e non voglio mentirvi, sono massacranti: quattro ore di professoresse deliranti che tentano di spiegarti forme grammaticali giapponesi in giapponese, e con questo ho detto tutto.
Il tutto ha un solo effetto: ora dopo ora vedo il mio ragazzo trasformarsi sempre di più in un uomo distrutto e schiacciato dalla vita, con picchi di rosso carminio ogni volta che la professoressa lo chiama e sguardi tra il perso e lo sconcertato ogni volta che compare una nuova sequela di termini.
La maggior parte degli studenti della nostra classe ha già un'infarinatura della lingua quindi per i pochi che invece mancano questi due giorni sono stati un camion autotrasporti lanciato in piena faccia. Giurerei che se fossero soli una lacrimuccia di frustrazione la verserebbero.
L'impostazione poi tipicamente giapponese di "test+esami+punteggio=se non riesci presto e bene sei perso" certamente non aiutano lo studente novello.
E' comunque la classica situazione del "bere o affogare" e ho fiducia che con il passare delle settimane i poveretti si riprenderanno dallo shock iniziale.
La Yoshida, zona Waseda (celeberrima per la sua omonima universita, una delle migliori del Giappone), è raggiungibile con la Toden Arakawa Line.
La Toden Arakawa Line, lunga solo 12 chilometri, è una delle due linee di tram sopravvissute alla metro qui a Tokyo e salirci sopra è un'esperienza tutta particolare. Qui sotto un po' di foto fatte oggi durante il tragitto.











La nostra stazione di partenza qui a Higashi-Ikebukuro:


(si è il pupazzo di una tigre, ha impressionato anche me all'inizio e no, non so perché cavolo sia stata messa lì)




Passando a cose più triviali, abbiamo riassaggiato il ramen di Ojii-san (il nonnetto granitico che ha messo su un baracchino ambulante nel bel mezzo di un incrocio qui a Ikebukuro), e il nostro verdetto finale è: suggestivo il posto e pure Ojii-san ma il ramen non ne vale la pena.




martedì 5 luglio 2011

..::casa::..

Io adoro Tokyo di notte!


Inokashira park B&W

Ecco una galleria di un po di scatti fatti domenica al parco di Inokashira,
da tenere sempre a mente che, in Giappone, fare degli scatti decenti, risulta essere sempre troppo facile